giovedì 7 maggio 2009

STEINBECK


POST EDITATO

Se Seeds di Springsteen è stato lo spunto materiale per l’idea di Caravan, credo che Furore (The Grapes of Wrath) di John Steinbeck sia stata l’ispirazione a livello inconscio, dato che racconta di una famiglia in viaggio. È un romanzo che amo, l’ho letto per la prima volta da ragazzino e in seguito l’ho riletto più volte. D’altronde, Furore è stato di ispirazione anche per Springsteen, e quindi i conti tornano.

Non metto qui il video della ballad The Ghost of Tom Joad di Springsteen, già famosissima, e vi invito a scoprire invece l’album Dust and Dreams (1991). L’autore è il gruppo inglese dei Camel, forgiatosi nella vivacissima fucina di Canterbury. (Negli anni settanta il gruppo si avvalse anche della collaborazione di Richard Sinclair, fondatore – eh, già – dei Caravan). Dust and Dreams è dichiaratamente ispirato al romanzo di Steinbeck, per quanto musicalmente sia su tutt’altro versante rispetto al folk americano.



Il film tratto da Furore – realizzato nel 1940, appena un anno dopo l’uscita del libro – è ugualmente un capolavoro. D’altronde, i credits dicono tutto: diretto da John Ford, scritto da Nunnally Johnson, fotografato da Gregg Toland (quello di Quarto potere) e interpretato da Henry Fonda, John Carradine e Jane Darwell (vincitrice dell’oscar per la sua interpretazione di mamma Joad). Il film riserva un piccolo mistero: la versione proposta su DVD non si conclude con la fuga di Tom come l’edizione cinematografica che passa in tivù, ma con un finale “ottimistico” (non doppiato in italiano, ma soltanto sottotitolato): la famiglia Joad riparte verso Fresno, dove un annuncio promette “venti giorni di lavoro”, e mamma Joad esorta tutti a tenere duro. Personalmente preferisco il “vecchio” finale, con Tom che scompare sul profilo delle colline sulle note di Red River Valley. (Considerate che il finale del romanzo, per ovvi motivi di censura, non poteva essere proposto nel 1940). In ogni caso, qualunque sia il finale che presenta, il film è semplicemente Storia del Cinema. Se non l’avete visto, vi consiglio caldamente di non farvelo scappare.



Oltretutto, John Steinbeck ha avuto con il cinema un rapporto piuttosto intenso. Digitate “Steinbeck” su IMDB e scoprirete che la filmografia steinbeckiana conta più di una trentina di film, di cui alcuni firmati anche come sceneggiatore (tra cui il Viva Zapata! di Elia Kazan con Marlon Brando). Perfino Hitchcock ha tratto un film da un suo racconto, Prigionieri dell’oceano (Lifeboat).

Approfitto dell’occasione per citare un altro romanzo di Steinbeck, un altro dei miei romanzi (brevi) preferiti: Uomini e topi (Of Men and Mice), una tragica e struggente storia di amicizia tra due vagabondi che condividono il sogno di una fattoria. Nel 1992 Gary Sinise ne ha diretto e interpretato (a fianco di John Malkovich) un buon adattamento, sceneggiato da Horton Foote, apprezzato autore teatrale nonché sceneggiatore del Buio oltre la siepe.




Ultima annotazione: alla fine un legame diretto tra John Steinbeck e Caravan in un certo senso c’è, ed è proprio… un caravan. O meglio, un camper. Quello che lo scrittore ha condiviso con il barboncino Charley e raccontato nel libro In viaggio con Charley: il suo ultimo libro pubblicato in vita, l’ultima meta del suo viaggio terreno.



“Non sono le persone che fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”
John Steinbeck

2 commenti:

Vernè ha detto...

Ah!!!! Non sto più nella pelle...
Leggere finalmente un atto d'amore nei confronti di uno scrittore che anch'io , in gioventù come Michele, ho divorato andando a recuperarmi la bibliografia completa e leggendomela tutta credo in un paio di anni.
Ed ora, pur non essendo un fan della musica dei Camel, debbo recuperarmi questo Dust and Dreams. Tutto ciò che si riferisce a Steinbeck è per me sacro. Grazie Michele.

marti giorgio ha detto...

miticomick!
finalmente è giunta l'ora!
certo non potevi sapere che grazie alle poche informazioni che ci hai concesso (anche tramite interviste, siti specializzati, articoli) i soliti quattro sceneggiatori deviati (grazie a un semplicissimo programma di storybuilding) sono riusciti a elaborare un piano dell'opera attendibile al 91,4%. complimenti, malgrado l'episodio n. 10 sia un po' troppo fuori dalle righe, la serie è appassionante e il finale è tostissimo. approvato in pieno benché la terza vignetta della tavola 54 te la potevi francamente risparmiare.
certo il finale non è propriamente aperto ma ti prego, non ci lasciare senza una seconda serie di caravan!
martelleremo la redazione di bonellik fino allo stremo.
grazie mick, ci si vede a pian della tortilla!
giorgio